Nel mestiere di consulente ci si trova ogni giorno ad entrare in nuovi contesti. Il primo atto di coraggio di un cliente è quello di aprire le porte del proprio contesto ad un estraneo, e dare per scontato questo gesto è forse uno degli errori più gravi che possiamo commettere, perché potrebbe portarci a sottovalutare lo stato emotivo delle risorse con cui entriamo in contatto. Senza la pretesa di mettere in campo nozioni psicologiche, credo che una buona dose di empatia e di predisposizione a mettersi nei panni degli altri possa essere utile per capire l’altro e farci aprire piano piano il suo contesto. Questo è l’unico modo possibile per poter cominciare a fare il nostro lavoro. Dale Carnegie, nel suo libro “Come trattare gli altri e farseli amici”, illustra un principio che riassume bene quanto detto fino ad ora: “Interessatevi sinceramente delle persone”, scrive. Ritengo che questo sia fondamentale per aiutare davvero il nostro cliente. Voler capire un contesto e le sue dinamiche è importantissimo e per farlo non possiamo prescindere dalle persone che già lo vivono. Per un giovane consulente, a cui manca quell’esperienza che ti permette negli anni di affinare una certa predisposizione nel capire chi hai di fronte, a volte può risultare complesso comprendere in quale fase della curva del cambiamento si trova una persona, quali sono il suo stato emotivo e la sua predisposizione nei confronti del progetto. Fare il consulente significa saper aiutare il cliente e il suo team a mettere ordine nel proprio contesto, creando al suo interno delle dinamiche positive, supportate da valori condivisi e da un metodo che permetta agli ingranaggi di girare bene. L’obiettivo ovviamente è quello di facilitarne lo sviluppo, scoraggiando o disinnescando eventuali dinamiche negative. Ricordandoci, ovviamente, che il consulente non è un mago e non può risolvere con un colpo di bacchetta i problemi di un’azienda o di una realtà imprenditoriale, piccola o grande che sia. La consulenza assume valore nel momento in cui un cliente si fida e si affida al consulente, permettendogli di aiutarlo mettendo in luce la soluzione più adatta a lui.ENTRARE IN PUNTA DI PIEDI, ESSERE DEI BUONI ASCOLTATORI, COMPRENDERE LE INCLINAZIONI DELL’IMPRENDITORE: IL RUOLO DEL CONSULENTE, PRIMA DI OGNI ALTRA COSA, PARTE DA QUI